Intervista a Giuseppe Vanni su Paris Necker e Transumanesimo

  • Quali sono le fonti che l’hanno ispirata nello scrivere questa serie di poesie?

“Parlando di poesia, ci riferiamo ai due libri: “Paris Necker”, rilasciato quattro anni fa e   “Transumanesimo”, uscito recentemente; due libri molto diversi tra loro, come le fonti a cui mi sono ispirato. Quest’ultimo si riferisce a fatti storico-politici accaduti negli ultimi dieci anni e riprende un libro uscito quattro anni fa, “Horror Vacui” e ha un contenuto di poesia civile.

“Paris Necker” invece è autobiografico e parla della malattia di mio figlio, filtrata attraverso dieci anni di esperienze e di convivenza in ospedale con altre famiglie; non emerge solo il dato autobiografico ma anche tutto il mondo, spesso nascosto e che ha a che fare con la sofferenza in famiglia. 

Sono due temi molto diversi, a mio avviso il più difficile è quello di “Paris Necker” perché la sofferenza spesso viene trattata in modo sbagliato sui media o in televisione, in modo retorico: si sottostima la difficoltà delle famiglie, la TV ha spettacolarizzato. In realtà le cose sono molto più difficili; se un bambino è diverso, di fatto lo è, quindi ciò si ripercuote molto anche sulle dinamiche familiari.

  • Lei parte da esperienze reali autobiografiche o dalla sua immaginazione?

Per quanto mi riguarda, dire che tutta la poesia sia sempre autobiografica è sbagliato, d’altra parte però  ce n’è di autobiografia, per esempio “Paris Necker” è fortemente autobiografico. Per esempio anche quando si fa poesia d’ amore non è detto che per forza dentro ci sia una donna reale. La storia della letteratura molte volte si basa su un amore idealizzato; siamo ancora a domandarci se Beatrice sia esistita o meno. Poteva essere tutto anche nell’immaginazione di Dante. Invece  quando scrivi cose come in “Transumanesimo” lì c’entra proprio la realtà che tu sperimenti e filtrata dagli studi che hai fatto.

Sia “Paris Necker” che “Transumanesimo” è riproposto il tema del silenzio di Dio: parole che hanno a che fare con l’oscurità perché il transumanesimo è la spiegazione della trascendenza, negazione di un’umanità, figlia di un’entità superiore.

  • Lei usa la poesia e la scrittura come metodo di sfogo o le reputa un passatempo?

Non è un passatempo, è in realtà molto impegnativo e bisogna trovare la lingua specifica del racconto; infatti in Paris Necker troviamo un linguaggio diverso da Transumanesimo. A volte può essere anche uno sfogo, una passione che ti svuota la testa, perché molte poesie nascono come un sentimento che viene rielaborato e digerito, come un’esigenza che si ha bisogno di raccontare a tutti. 

  • Nelle poesie ricorre molto il tema dell’assenza , che si ripresenta anche in altre opere, a volte sotto forma di mancanza di valori, ma intesa anche come silenzio di Dio: è stata questa assenza che le ha dato la spinta o la motivazione per iniziare a scrivere poesie o per intraprendere la carriera di scrittore?

“Scrivere per me non è una carriera, io scrivo liberamente e poi lo propongo alle persone

Paris Necker contiene una domanda di tipo teologico: perché si soffre? Se non ho fatto niente, se Dio è giusto,perché gli innocenti soffrono? Siamo abituati a pensare che se ti succede qualcosa te lo sei cercato, te lo sei meritato è una cosa che esisteva nella teologia ebraico-cristiana, si chiamava giustizia retributiva. Se tu fai un peccato in qualche modo questo stesso peccato ti si ritorce contro: la Chiesa poi si è allontanata da questo pensiero; comunque non può valere per un bambino, quindi il libro doveva impostarsi in un certo modo: infatti mi sono informato, ho studiato diversi libri di teologia.

  • Lei usa la poesia e la scrittura come metodo di sfogo o le reputa un passatempo?

Non è un passatempo, è in realtà molto impegnativo e bisogna trovare la lingua specifica del racconto,infatti in Paris Necker troviamo un linguaggio diverso da Transumanesimo. A volte può essere anche uno sfogo perché molte poesie nascono come un sentimento che viene rielaborato e digerito, come un’esigenza che si ha bisogno di raccontare a tutti . Molti preferiscono poesie che non sono tra le sue preferite.

  • Nel suo libro ‘Transumanesimo’ parla di molti argomenti diversi, senza dare una divisione, per quale motivo?

Transumanesimo riprende un libro di 8 anni prima ed è un’interpretazione di fatti                        politici filtrati tramite l’occhio dell’autore. L’altro riguarda la malattia di mio figlio, degli ospedali e  delle altre famiglie che ho incontrato nel mio percorso.  

Uno dei racconti del libro parla della vita di una ragazza che una sera si è sfogata con me, pensando a come poteva essere la sua vita solo sei mesi prima di quell’incontro.

Per quanto riguarda Parigi, ho cercato di raccontarla secondo la mia visione, utilizzandola come sfondo.

In Transumanesimo ho continuato a scrivere un altro mio libro (Horror Vacui), perché ho sempre creduto che non avessi ancora messo un punto vero e proprio al racconto. La sua ispirazione varia a seconda di come mi sento, infatti quando sono sicuro di essere solo e di rimanerci per un lungo periodo di tempo tendo a scrivere maggiormente rispetto a quando non lo sono.  Molte volte le poesie sono autobiografiche ma altrettante sono racconti in terza persona magari di esperienze altrui. 

La mia passione è partita da adolescente, quando passavo il tempo leggendo fumetti; con il tempo ho iniziato ad avvicinarmi autonomamente alla letteratura storica e alla poesia contemporanea. Ero solito scrivere al mare. I miei primi racconti erano posizionati su fotografie e inizialmente non pensavo di pubblicarli perché secondo me potevano vivere solo tramite la fotografia e non sulla carta. 

La  scrittura, per me,  non è una carriera, non voglio pormi dei limiti temporali.

Il Transumanesimo è la negazione di un’umanità non discendente da una forza maggiore, che da una parte ci allontana, ma dall’altra ci spinge a cercarlo molto più forte. L’uomo non ha mai vissuto in una società senza religione, indipendente. Nel libro sembra molto pessimista ma racconto solo quello che vivo, la direzione in cui stiamo andando e come possiamo correggerla nel nostro piccolo. 

Ho sempre avuto un’educazione laica ma sono cresciuto come credente.

Affermo che come uomini cerchiamo risposte a tutto e le cerchiamo nella fede, nella scienza Anche se la stessa fede viene messa in discussione dopo queste esperienze; nel testo ho aggiunto una domanda di mio figlio ‘’Quando non c’ero io dov’ero?’’ che è molto significativa nella sua semplicità. Talvolta si sente meno a casa qui piuttosto che lì dove aveva trovato tutti i suoi bistrot ei suoi luoghi.

‘’Sorridevi da bambino?’ la domanda di mio figlio ci riporta che tutti gli argomenti sono collegati, anche le cose che  sembrano non riguardarci, perché sono molto a livello mondiale e ci possono rispecchiano personalmente.

A un certo punto dell’ ultimo libro mi sono bloccato per poco e non sapevo più se andare avanti così chiamai un mio alunno e mi feci mandare una base musicale lunga da tenere come base e da lì scrissi quindici parole chiave e con esse improvvisai un testo come un discorso teatrale e creai dieci nuove poesie; con questo metodo allo stesso tempo mi bloccai e rinizia a scrivere altre poesie.

Fabbri Eleonora, Ghinassi Margherita, Pasetti Evelin, Signoretti Angelica, Bianchini Gioia

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