8 Aprile 2025
Screenshot_2025-04-07-16-12-56-600_com.instagram.android

Dalle aule di una scuola italiana ai corridoi di un liceo in Colorado: dieci mesi negli Stati Uniti raccontati da una ragazza italiana che ha vissuto un anno all’estero, tra emozioni altalenanti, nuove abitudini e famosi “Prom” da film.

Una grande avventura in una piccola città del Colorado chiamata Broomfield. È l’esperienza di una studentessa della nostra scuola, Eleonora Lepri, che ha deciso di trascorrere un anno scolastico negli Stati Uniti, grazie all’agenzia EF, dopo essersi preparata con corsi online e in presenza. Un viaggio tanto entusiasmante quanto impegnativo come lei stessa racconta. “È stato un vero e proprio rollercoaster di emozioni. L’entusiasmo iniziale ha presto lasciato spazio alla nostalgia per la famiglia e per gli amici, ma ho avuto la fortuna di essere accolta da una famiglia ospitante che mi ha fatto sentire a mio agio dal primo momento”.

Una giornata tipo era ben diversa da quella a cui era abituata. Niente classici scuolabus gialli come nei film: le lezioni iniziavano alle 8.15 fino alle 15.15. Oltre alle materie obbligatorie come storia, letteratura americana e matematica, ha potuto scegliere corsi opzionali come fotografia, francese, spagnolo e inglese. Lo studio occupava circa un’ora o due al giorno, lasciando spazio agli sport pomeridiani, attività centrali nella vita scolastica americana.

Le discipline sportive erano divise in stagioni: pallavolo, basket, tennis, cross country e cheerleading per le ragazze; football americano e baseball per i ragazzi. L’allenamento era quotidiano e intenso, con due ore al giorno dedicate alla pratica. “La scuola era ben attrezzata, con una grande palestra e una sala pesi” racconta Eleonora.

Anche il cibo ha lasciato il segno, seppur non sempre in positivo. “Do un 5 al pranzo scolastico” ammette. I ragazzi più grandi potevano uscire e mangiare fuori, mentre i più piccoli erano obbligati a restare in mensa. Tra le proposte gratuite crocchette di pollo, patatine ed il famoso mac & cheese.

Per quanto riguarda la famiglia era composta dai genitori, una sorella della stessa età di Eleonora, una più grande ed un fratellino di 12 anni, oltre ad un cane ed un gatto. La casa era una villa indipendente con ampio giardino, piscina ed un bagno privato. “Le famiglie ospitanti non ricevono nulla in cambio, lo fanno per spirito di condivisione” ha spiegato Eleonora.  Le uscite erano più frequenti con gli amici erano con gli amici che con la famiglia, spesso nei fast food, con una particolare predilezione per “Wendy’s.”

Durante le festività ha scoperto nuove tradizioni: niente vigilia e nessuna Befana. Si festeggia il 25 dicembre, con una grande caccia al tesoro per i più piccoli, ed un pranzo a base di pollo, purè ed una salsa tipica della zona. Niente calze della Befana, ma le “stockings”, riempite con caramelle e piccoli regali. Il Capodanno lo ha trascorso in montagna con la famiglia ospitante, non potendo tornare in Italia per motivi di visto.

Indimenticabile anche il Prom, la grande celebrazione di fine anno tipica americana: abiti eleganti, cena al ristorante, foto e balli, seguiti dall’ “after prom”, una notte di giochi e musica nella palestra della scuola. “In America non c’è la vita notturna come in Italia, la serata finisce lì”.

Tornata a casa porta con sé un bagaglio pieno di ricordi, ma anche una riflessione sulla scuola italiana: “Dovremmo rendere le lezioni più interattive. In America si dà molto spazio alle attività extrascolastiche, come sport e corsi facoltativi tra cui si può scegliere. È una cosa positiva perché si studiano materie che rispecchiano veramente i nostri interessi”. Un’esperienza che le ha aperto nuovi orizzonti, anche se ammette che il livello scolastico americano è sembrato molto più basso rispetto a quello in Italia. Ma le competenze acquisite, quelle personali e culturali, non hanno prezzo. 

Rachele Nonni 5P

About Author